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Statistica in provincia di Catania

    Dati statistici su imprese e servizi

    (ISTAT, 8° censimento generale, 2001)

 

 

    La statistica pubblica

In questi anni è in atto nel nostro Paese una profonda trasformazione, che sta investendo tutti i livelli della vita politica, economica, sociale e culturale.
Questa trasformazione impone alla statistica ufficiale nuovi compiti e nuove responsabilità, perché più complessi (e quindi di più difficile interpretazione) sono i fenomeni ai quali stiamo assistendo.
In questa situazione, la disponibilità dei dati risulta indispensabile al funzionamento e allo sviluppo del sistema democratico, all’efficacia dell’azione di governo e al suo controllo, alle scelte e alle strategie economiche e produttive, all’orientamento dei cittadini.
La statistica ufficiale è un bene pubblico e un pubblico servizio, e in quanto tale – e soprattutto nella prospettiva di una sua crescente importanza – deve salvaguardare da un lato la sua autonomia, dall’altro la sua validità scientifica, l’efficienza e l’efficacia del servizio.
La domanda di informazione statistica, un tempo prevalentemente centralizzata, si sta allargando alle amministrazioni locali, alle parti sociali, ai media, ai cittadini, alle imprese e – da qualche tempo, inevitabilmente – agli organismi internazionali, specie comunitari.
Si sta allargando anche la sfera degli interessi dei soggetti che esprimono tale domanda di informazione statistica. Aumentano, in tal senso, le richieste in campo demografico, ambientale, sulle attività terziarie, sulla qualità della vitae soprattutto aumenta l’esigenza di una conoscenza capillare dei fenomeni (e assume quindi sempre più importanza il dettaglio territoriale dell’informazione).
L’attuale dinamismo congiunturale comporta inoltre la conseguenza che il dato venga “bruciato” rapidamente sia dai decisori che dagli operatori dell’informazione.
Ne conseguono due riflessioni: da una parte risulta sempre più rilevante la possibilità di fornire informazioni in “tempo reale”, dall’altra emerge la necessità di un coordinamento sempre più stretto tra i produttori di dati, per evitare che decisioni e comportamenti autonomi compromettano l’esatta valutazione dell’informazione, in un momento congiunturale in cui spostamenti apparentemente inavvertibili rischiano di distorcere le aspettative degli operatori.
A questo proposito, risulta utile sottolineare che è in atto uno sforzo congiunto tra l’ISTAT e tutte le componenti del Sistema Statistico Nazionale per sensibilizzare gli operatori sulla necessità di una crescita qualitativa della loro cultura statistica, per evitare quanto più possibile che i dati vengano mal interpretati, distorti, enfatizzati al di là del loro effettivo valore e significato.
La nuova normativa che regola e per certi versi, come si è visto, “rivoluziona” l’intero comparto della statistica ufficiale, si muove proprio nella direzione di offrire risposte adeguate a tutti questi fattori, favorendo il decentramento (e quindi la disaggregazione) territoriale, salvaguardando l’autonomia delle strutture produttrici di dati ed elaborazioni statistiche, promuovendo il livello qualitativo degli addetti e delle strutture tecnologiche (sempre più invasive a tutti i livelli e in tutte le fasi della produzione statistica, dalla rilevazione alla diagnostica dei fenomeni, alla diffusione dei dati).
In generale, l’attuale assetto legislativo tende a offrire delle risposte concrete alle pressioni in atto sui sistemi statistici, garantendone il più possibile l’autonomia, premessa indispensabile alla qualità e all’attendibilità dei dati e alla selettività delle procedure di rilevazione ed elaborazione.

L'informazione statistica

L’informazione è una forma di conoscenza: accedere a nuova informazione significa incrementare il livello della conoscenza.
Essa è un bene indispensabile nella vita quotidiana degli individui, così come nell’attività delle istituzioni: ciascuno utilizza l’informazione per i propri fini.
Frequentemente la finalità associata all’informazione consiste nella possibilità di decidere, ad esempio il governo può decidere misure di politica economica basandosi su dati di contabilità nazionale.
La relazione esistente tra dato e informazione è una funzione di misura: i dati sono la descrizione quantitativa o qualitativa di fatti misurati.
E’ possibile qualificare l’informazione con l’attributo “statistica” quando si deduce, con metodologie statistiche, da universi sulle cui unità vengono rilevati fenomeni qualitativi o quantitativi come accade ad esempio per l’indice generale dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale, calcolato rilevando le quotazioni dei prodotti nei punti vendita dei comuni italiani.
Generalmente l’informazione statistica si presenta in una forma aggregata, nella quale non è più immediatamente riconoscibile l’informazione dovuta alle singole unità rilevate; per esempio l’indice generale dei prezzi al consumo (dato aggregato) non dà informazione diretta circa la reale quotazione di un particolare prodotto in un certo punto vendita di un comune specificato (dato elementare).

L’informazione statistica che abbiamo descritto è statistica “per natura”; è progettata per rispondere a bisogni conoscitivi ben definiti ed è prodotta attraverso la conduzione di un’indagine. D’altra parte possono esistere nella realtà raccolte di dati, che non sono il risultato di indagini statistiche, bensì, per esempio, memoria di fatti amministrativi e che costituiscono tuttavia preziosi serbatoi di informazione; ad essi è possibile infatti applicare funzioni statistiche, anche di semplice aggregazione, ottenendo così informazione statistica derivata.

L’informazione statistica assume ormai carattere preminente di servizio pubblico e deve dunque essere concretamente accessibile a tutti.
A tal fine sono previsti uffici di collegamento con il pubblico dislocati presso gli uffici Istat, le prefetture, le camere di commercio, le province ed i comuni.
Chiunque potrà accedere a qualsiasi tipo di dato, fatte salve comunque le esigenze di riservatezza garantite dalla tutela del segreto statistico in base al quale tutte le informazioni raccolte possono essere diffuse solo in forma aggregata ed anonima, così come sancito dagli art. 8 e 9 del D.L.vo n. 322 del 6/9/1989.

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Il Sistema Statistico Nazionale - Sistan

La legge 23 agosto 1988 n. 400 concernente la “Disciplina dell’attività di Governo e l’ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri” ha conferito al Governo la delega ad emanare norme aventi valore di legge ordinaria per la riforma degli enti e degli organismi pubblici di Informazione Statistica.

Con successivo decreto legislativo 6 settembre 1989 n. 322 sono state dettate le norme sul Sistema Statistico Nazionale. Scopo principale della riforma è stato quello di riorganizzare l’intero sistema statistico in modo da assicurare il coordinamento delle attività degli operatori Istituzionali e disciplinare la circolazione dei dati per garantire al servizio i necessari requisiti di omogeneità ed unitarietà. Con tale decreto si è in realtà realizzato, a sessant’anni dalla costituzione dell’Istituto centrale di statistica, un importante riordinamento della statistica ufficiale, affiancando all’Istat, nell’ambito del Sistema statistico nazionale (Sistan), una molteplicità di enti ed organismi pubblici.

Il Sistema mira a razionalizzare la produzione e la diffusione dell’informazione statistica ufficiale. Intende così fornire al Paese ed agli organismi internazionali un’informazione statistica qualificata, rapida ed accessibile.

Elemento saliente del Sistan è l’istituzione di un ufficio di statistica presso ogni organismo dell’amministrazione pubblica chiamato a concepire la statistica come funzione conoscitiva propria, capace di supportare ed orientare anche i processi decisionali della pubblica amministrazione.
Obiettivo primario del Sistan è costituire un referente unico sia per gli uffici pubblici produttori d’informazione statistica, sia per tutti gli utenti, in modo da soddisfare compiutamente le esigenze informative.

L’informazione statistica fornita dal Sistan è costituita da dati certi fondati su metodologie scientificamente esatte ed armonizzate con quelle in uso a livello internazionale. Il Sistan promuove quindi l’interconnessione degli archivi pubblici mediante la creazione di una rete informativa collegata ai diversi uffici di statistica.
Compongono il Sistan: l’Istat, gli uffici di statistica di Stato, aziende autonome, regioni e province autonome, province, comuni, ASL, camere di commercio ed altri enti ed organismi pubblici di informazione statistica.

Glossario

Crescita naturale (tasso di): differenza tra il tasso di natalità ed il tasso di mortalità.

Crescita totale (tasso di): somma del tasso di crescita naturale e del tasso migratorio totale.

Migratorio con l'estero (tasso): rapporto tra il saldo migratorio con l'estero dell'anno e l'ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000.

Migratorio interno (tasso): rapporto tra il saldo migratorio interno dell'anno e l'ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000.

Migratorio totale (tasso): rapporto tra il saldo migratorio dell'anno e l'ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000.

Migratorio per altri motivi (tasso): rapporto tra il saldo migratorio dovuto ad altri motivi dell'anno e l'ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000.

Mortalità (tasso di): rapporto tra il numero dei decessi nell'anno e l'ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000.

Natalità (tasso di): rapporto tra il numero dei nati vivi dell'anno e l'ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000.

Numero medio di figli per donna (o tasso di fecondità totale) : somma dei quozienti specifici di fecondità calcolati rapportando, per ogni età feconda (tra i 15 e i 49 anni), il numero di nati vivi all'ammontare medio annuo della popolazione femminile.

Nuzialità (tasso di): rapporto tra il numero di matrimoni celebrati nell'anno e l'ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000.

Nuzialità totale (tasso di): somma dei quozienti specifici di nuzialità degli sposi calcolati rapportando, per ogni età tra i 16 e i 49 anni, il numero di matrimoni all'ammontare medio annuo della popolazione, moltiplicato per 1.000.

Saldo migratorio con l'estero: differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza dall'estero ed il numero dei cancellati per trasferimento di residenza all'estero.

Saldo migratorio interno: differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza da un altro comune italiano ed il numero dei cancellati per trasferimento di residenza in un altro comune italiano.

Saldo migratorio per altri motivi: differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici dei residenti dovuto ad altri motivi.

Saldo migratorio totale: differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici dei residenti.

Speranza di vita alla nascita (o vita media): numero medio di anni che restano da vivere ad un neonato.
Fonte: Istat e comune.torino.it

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